Alla scoperta dei vulcani del Parco Nazionale del Timanfaya
Come arrivare al Parco
Quanto costa
• Passeggiata in cammello
• Rotta dei vulcani
Ritornando alla base, vi sono diverse attività che potete svolgere, come ad esempio fare shopping al negozio di souvenir. Oppure potrete assistere alla dimostrazione dei Geyser artificiali che provengono dal sottosuolo tutt’oggi ardente.
Vi è presente anche un ristorante, ideato e progettato da César Manrique, dove i cibi sono cotti su una griglia riscaldata dal calore emesso dal sottosuolo vulcanico, una specie di barbecue naturale! Non fatevi ingannare dall’aspetto turistico del ristorante: i prezzi sono molto accessibili e la qualità del cibo è estremamente buona: una tappa obbligatoria prima di lasciare definitivamente il parco!
Se dopo questa visita non ne avete abbastanza di vulcani e paesaggi marziani, ci sono altre escursioni interessanti che potete fare fuori dal parco. La maggioranza sono escursioni a piedi, quindi richiedono un minimo di preparazione fisica, e sono gratis!
Vulcano del Cuervo
Rotta della Caldera Blanca
Un’altra escursione interessante è quella della Caldera Blanca: un vulcano molto largo e alto, situato a nord del Parco Nazionale del Timanfaya. Raccomando questa visita a chi è preparato fisicamente a camminare molto: se avete dei problemi motori non è sicuramente un’escursione adatta a voi.
Noterete subito che questo vulcano è di un colore più chiaro rispetto agli altri presenti dentro al parco: il motivo è la sua età, ben 5000 anni! Nel corso dei millenni, con i vari agenti atmosferici, le sue rocce hanno assunto un colore simile al beige.
Come ho già detto, il percorso non è semplice quindi preparatevi a fare molte salite e discese. Ma vedrete che una volta arrivati alla cima ne sarà valsa la pena! 🙂
Spero che questa guida vi sia di aiuto nello scoprire questo Parco suggestivo! Ricordatevi che se avete la tentazione di prendere come souvenir una pietra vulcanica verrete fermati all’aeroporto e vi verrà confiscata! Non è consentito raccogliere una pietra di un Parco Naturale protetto e portarvela a casa, quindi fate attenzione
Se avete alcune domande o suggerimenti, lasciatemi un commento qua sotto!
In conclusione vi lascio con la leggenda del diavolo del Timanfaya, simbolo del parco.
“La leggenda vuole che, al momento dell’esplosione del vulcano nei primi di settembre 1730, nel villaggio di Timanfaya (nome che più tardi ha ricevuto il vulcano), gli abitanti stavano celebrando il matrimonio di una coppia formata dal figlio dell’uomo più ricco della zona e la figlia di agricoltori di piante medicinali.Era una coppia molto innamorata e con progetti per il futuro, e mentre ballavano la danza tipica della zona, la terra iniziò a tremare provocando una grande esplosione. Tutte le persone iniziarono a correre da una parte all’altra senza sapere dove rifugiarsi mentre cadevano rocce di grandi dimensioni in ogni angolo, frantumando case, seppellendo campi e distruggendo tutto ciò che c’era intorno.La disgrazia colpì in pieno quella coppia di sposi, una grande roccia proveniente dalle viscere della terra cadde sulla sposa lasciandola sepolta sotto lo sguardo attonito dello sposo. Tale era la rabbia e la disperazione di quel ragazzo che, senza pensarci, raccolse da terra una forca a cinque punte per cercare di rimuovere la roccia sopra la moglie, ignorando le grida di tutti coloro che gli dicevano di desistere e che non c’era niente da fare. Egli non si arrese fino al punto che, senza sapere molto bene da dove gli stesse uscendo una forza di tale dimensioni, riuscì a spostare la pietra fumante con l’aiuto della sua forca e ad arrivare al corpo senza vita della sua amata. La prese tra le sue braccia e, senza lasciare la forca, cominciò a correre in cerca di rifugio, ma non lo trovò a causa della forza della natura.
Urlando, corse con il corpo di sua moglie finché le forze glielo permisero, scomparendo nella valle del Timanfaya tra le ceneri e il fumo di solfato che usciva fuori dal suolo. Era una notte di luna piena e, in un momento di chiarezza, tra la nube di cenere, gli abitanti videro in alto su una collina l’immagine di quel ragazzo con la forca a cinque punte, che gridava pieno di rabbia. Poco dopo, gradualmente, scomparse sotto la pioggia di cenere e lapilli.In quel momento, tutti i sopravvissuti del popolo di Timanfaya dissero con lo stesso tono: “povero diavolo”.Dal sangue fuoriuscito dal corpo della sposa si formarono per tutta la valle piante medicinali, molte di più di quelle che coltivavano i genitori. Tutti i sopravvissuti decisero di chiamare queste piante con i nomi dei due innamorati: lui si chiamava Aloe e lei Vera.Anni dopo, ricostruendo la zona, ritrovarono il corpo pietrificato del ragazzo che stringeva ancora forte la sua forca. Povero diavolo!”