Alla scoperta dei vulcani del Parco Nazionale del Timanfaya
La superficie di Lanzarote è cambiata molto nel corso dei secoli precedenti.
Tra il 1730 e il 1736, sull’isola si verificarono le più grandi e importanti eruzioni vulcaniche della storia delle isole canarie.
Per ben 6 anni la Terra fu scossa dalle centinaia di vulcani presenti sull’isola che inondarono il territorio con lava e rocce incandescenti modificando profondamente la geografia di Lanzarote. Interi paesi furono sommersi ed altri si salvarono miracolosamente.
Quando finalmente le eruzioni terminarono, il paesaggio assunse un aspetto che ricorda la superficie del pianeta Marte. Tutt’oggi questo paesaggio rimane ancora preservato, dandoci l’impressione che l’eruzione sia terminata non molto tempo fa.
Come arrivare al Parco
Purtroppo non è possibile arrivare in autobus, in quanto non vi sono fermate vicine al parco. Ci sono diverse compagnie turistiche che organizzano tour organizzati, ma io vi consiglio di affittare una macchina e dedicare mezza giornata alla visita di questo posto.
Potete arrivarci dalla parte sud dell’isola, passando per Yaiza, o dalla parte nord passando per Tinajo. In entrambe le parti, raggiunti questi paesi, troverete tantissime indicazioni stradali che vi condurranno al Parco senza problemi.
Quanto costa
Il Parco Nazionale del Timanfaya non è interamente visitabile.
Alcune zone sono inaccessibili per preservare il territorio, e le parti aperte al pubblico si possono esplorare attraverso due modi:
• Passeggiata in cammello
Costo: 6 euro a persona.
A bordo di un cammello è possibile fare una breve escursione sulla valle di un vulcano della durata di pochi minuti.
• Rotta dei vulcani
Costo: 10 euro a persona.

Questa opzione è quella più consigliata. All’entrata principale del parco potete comprare il biglietto che vi permetterà di salire con la vostra macchina attraverso un piccolo sentiero che vi condurrà sull’Isolotto di Hilario. Questa è la “base” del parco, dove dovete obbligatoriamente parcheggiare l’automobile per poi prendere un autobus (prezzo compreso nel biglietto d’entrata) che vi farà fare un tour di circa 40 minuti e 14 chilometri attraverso il Parco Nazionale del Timanfaya. Questo tour è veramente emozionante e suggestivo, e vi da la possibilità di vedere le valli più spettacolari di questo parco.

Ritornando alla base, vi sono diverse attività che potete svolgere, come ad esempio fare shopping al negozio di souvenir. Oppure potrete assistere alla dimostrazione dei Geyser artificiali che provengono dal sottosuolo tutt’oggi ardente.

Vi è presente anche un ristorante, ideato e progettato da César Manrique, dove i cibi sono cotti su una griglia riscaldata dal calore emesso dal sottosuolo vulcanico, una specie di barbecue naturale! Non fatevi ingannare dall’aspetto turistico del ristorante: i prezzi sono molto accessibili e la qualità del cibo è estremamente buona: una tappa obbligatoria prima di lasciare definitivamente il parco!

 

Se dopo questa visita non ne avete abbastanza di vulcani e paesaggi marziani, ci sono altre escursioni interessanti che potete fare fuori dal parco. La maggioranza sono escursioni a piedi, quindi richiedono un minimo di preparazione fisica, e sono gratis!

Di seguito alcune escursioni che vi consiglio:
Vulcano del Cuervo
Questo vulcano si trova in un’altra parte del parco e potete arrivarci con la vostra macchina. Non ci sono indicazioni stradali per arrivarci , quindi vi suggerisco di armarvi di cartina e/o navigatore per non perdervi! All’inizio del percorso c’è un piazzale accanto alla strada dove potete parcheggiare l’automobile. Da qui potete dirigervi verso il vulcano, potete fare un giro intorno ad esso o potete entrare direttamente dentro il suo cratere!
E’ un’esperienza molto affascinante e suggestiva! Se avete la fortuna di non trovare molte persone, potete godere dell’incredibile silenzio e pace che vi è all’interno del vulcano e, se ve la sentite, potete anche meditare! 🙂
Rotta della Caldera Blanca

Un’altra escursione interessante è quella della Caldera Blanca: un vulcano molto largo e alto, situato a nord del Parco Nazionale del Timanfaya. Raccomando questa visita a chi è preparato fisicamente a camminare molto: se avete dei problemi motori non è sicuramente un’escursione adatta a voi.

Noterete subito che questo vulcano è di un colore più chiaro rispetto agli altri presenti dentro al parco: il motivo è la sua età, ben 5000 anni! Nel corso dei millenni, con i vari agenti atmosferici, le sue rocce hanno assunto un colore simile al beige.

Questa rotta vi permette di salire fin sopra al cratere e godere di uno splendido panorama!
L’intera camminata è di 9,5 chilometri, per una durata di circa 3-4 ore.
Dovete parcheggiare la vostra macchina a Mancha Blanca, e da lì parte un percorso circolare che vi porta in cima al vulcano. Nel suo punto più alto potete ammirare da una parte il Parco Nazionale del Timanfaya, e dall’altra la Graciosa e il Risco di Famara!

Come ho già detto, il percorso non è semplice quindi preparatevi a fare molte salite e discese. Ma vedrete che una volta arrivati alla cima ne sarà valsa la pena! 🙂

Spero che questa guida vi sia di aiuto nello scoprire questo Parco suggestivo! Ricordatevi che se avete la tentazione di prendere come souvenir una pietra vulcanica verrete fermati all’aeroporto e vi verrà confiscata! Non è consentito raccogliere una pietra di un Parco Naturale protetto e portarvela a casa, quindi fate attenzione

Se avete alcune domande o suggerimenti, lasciatemi un commento qua sotto!

In conclusione vi lascio con la leggenda del diavolo del Timanfaya, simbolo del parco.

“La leggenda vuole che, al momento dell’esplosione del vulcano nei primi di settembre 1730, nel villaggio di Timanfaya (nome che più tardi ha ricevuto il vulcano), gli abitanti stavano celebrando il matrimonio di una coppia formata dal figlio dell’uomo più ricco della zona e la figlia di agricoltori di piante medicinali.
Era una coppia molto innamorata e con progetti per il futuro, e mentre ballavano la danza tipica della zona, la terra iniziò a tremare provocando una grande esplosione. Tutte le persone iniziarono a correre da una parte all’altra senza sapere dove rifugiarsi mentre cadevano rocce di grandi dimensioni in ogni angolo, frantumando case, seppellendo campi e distruggendo tutto ciò che c’era intorno.
La disgrazia colpì in pieno quella coppia di sposi, una grande roccia proveniente dalle viscere della terra cadde sulla sposa lasciandola sepolta sotto lo sguardo attonito dello sposo. Tale era la rabbia e la disperazione di quel ragazzo che, senza pensarci, raccolse da terra una forca a cinque punte per cercare di rimuovere la roccia sopra la moglie, ignorando le grida di tutti coloro che gli dicevano di desistere e che non c’era niente da fare. Egli non si arrese fino al punto che, senza sapere molto bene da dove gli stesse uscendo una forza di tale dimensioni, riuscì a spostare la pietra fumante con l’aiuto della sua forca e ad arrivare al corpo senza vita della sua amata. La prese tra le sue braccia e, senza lasciare la forca, cominciò a correre in cerca di rifugio, ma non lo trovò a causa della forza della natura.
Urlando, corse con il corpo di sua moglie finché le forze glielo permisero, scomparendo nella valle del Timanfaya tra le ceneri e il fumo di solfato che usciva fuori dal suolo. Era una notte di luna piena e, in un momento di chiarezza, tra la nube di cenere, gli abitanti videro in alto su una collina l’immagine di quel ragazzo con la forca a cinque punte, che gridava pieno di rabbia. Poco dopo, gradualmente, scomparse sotto la pioggia di cenere e lapilli.
In quel momento, tutti i sopravvissuti del popolo di Timanfaya dissero con lo stesso tono: “povero diavolo”.
Dal sangue fuoriuscito dal corpo della sposa si formarono per tutta la valle piante medicinali, molte di più di quelle che coltivavano i genitori. Tutti i sopravvissuti decisero di chiamare queste piante con i nomi dei due innamorati: lui si chiamava Aloe e lei Vera.
Anni dopo, ricostruendo la zona, ritrovarono il corpo pietrificato del ragazzo che stringeva ancora forte la sua forca. Povero diavolo!”

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